Mettereste consapevolmente un detergente negli occhi?
Ecco il
paradosso dei conservanti:
Questo sito web
contiene informazioni generali sui rischi dall’uso dei conservanti in
collirio, dei geli ed unguenti
Non si pretende
che si sostituisca il consiglio medico o cambi un trattamento in corso.
Infatti, se non
l'avete fatto già, lo farete probabilmente se ci sia bisogno di un
collirio antinfiammatorio, anti-istaminiche o anti-allergico, anti-funghi,
anti-glaucoma, lubrificanti per la superfice oculare, anti-congestionanti.
I colpevoli: i conservatori utilizzati nei colliri, come il cloruro di
benzalconio, il tiomersal, etc.
I colliri sono stati
prodotti in modo da sopportare un uso ed un stoccaggio
di parecchie settimane a parecchi mesi, particolarmente negli
ambienti ostili, come le tasche, le borsette, le valigie, gli affari di
bagno, scatole a guanti, ecc.), ciò che li rende
suscettibili di essere contaminati o esposti ai microbi (virus,
batteri e funghi). Ancora, di numerose
persone non sono educate ad utilizzare le gocce in modo igieniche (evitare
di toccare il puntale con le dita o gli occhi).
Ma si tratta alora di un altro problema, l'educazione di pazienti che i
conservanti non risolvono
nulla.
Il metodo
tradizionale per proteggere dei tali prodotti della contaminazione per i
germi è l'addizione di conservanti
nei colliri. Così, i conservatori sono diventati onnipresenti nei colliri
esistenti, ciò che rende il compito di evitarli molto delicata se no
impossibile.
I conservatori sono stati utilizzati anche nelle altre preparazioni
oculari come i geli e le creme oftalmiche, ma in questo caso
bisognerebbe essere ancora più prudente sulle conseguenze dei
conservatori tenuto conto del tempo di residenza (tempo durante che la
sostanza resta in contatto con l'occhio).
Tuttavia, i conservatori hanno delle conseguenze severe e bene
documentati dal momento che le gocce sono utilizzate
frequentemente. Ciò tanto più che di numerose persone sviluppano
un'ipersensibilità, un'intolleranza grave, ai conservanti,
e particolarmente al benzalconio,
e non possono utilizzare da allora la maggior parte dei colliri
esistenti sul mercato.
L'utilizzazione frequente di conservatori tende a
indebolire la parte superiora dell'occhio,
l'epitelio, rendendola suscettibile di sviluppare altri problemi. Di
dove l'apparizione, da certi utenti, di ulcere di cornea, di un
epitheliopatia,
di occhi secchi ed altri affetti oculari. Queste persone non dovrebbero
utilizzare mai di conservatori ma non hanno sempre la scelta.
Di questo fatto, le compagnie farmaceutiche, provando a minimizzare un
problema, la contaminazione, ne hanno creato un altro, la tossicità
indotta dai colliri. Questo problema è conosciuto da molto e è molto
bene documentato. La prima
regola in medicina dovrebbe essere primum non nocere, di prima non
nuocere, ma ciò non fu il caso nella specie.
Tuttavia esistono delle alternative all'uso di conservatori,
particolarmente l'uso di dosette o unidose, utilizzati correttamente per
minimizzare il rischio di contaminazione, o ancora l'utilizzazione di
flaconi senza conservante che impediscono la contaminazione.
Certi laboratori farmaceutici non hanno preso le disposizioni necessarie
per eliminare questo problema arguendo dei pretesti pratici, commerciali
e finanzieri. Per esempio, i farmaceutica annunciano un aumento del
costo del prodotto risultante della produzione degli unidoses o dei
flaconi senza conservante.
Ma allora la domanda diventa: quale valore hanno ai vostri occhi i
vostri occhi? Non sareste pronti a pagare alcuni centesimi di più per
preservare i vostri occhi ed avere delle gocce sicure che permettono di
migliorare il vostro stato iniziale?
Si tratta di un affare di salute pubblica seria!
Esistono tuttavia delle alternative:
certi laboratori hanno preso le misure necessarie per risolvere questo
problema producendo dei colliri in unidoses o nei flaconi senza
conservanti, mentre di altri labos riconoscono l'impatto negativo della
presenza di conservatori nei colliri, come il benzalkonium. Certi
fingono purtroppo, ancora di ignorare questa domanda essenziale.
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Keratos 2007